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LE PUNTURE DI ZECCHE


Cosa fare in caso di contatto, come rimuovere l'animale che si insedia sotto la cute. I consigli degli esperti del Bambino Gesù per combattere questi parassiti "succhiasangue".


Si trovano principalmente in campagna. Si attaccano a peli, capelli o vestiti. Poi, quando il bambino è a riposo, lo mordono. Sono le zecche, parassiti ematofagi di molti animali e anche dell'uomo, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive.


COSA FARE IN CASO DI PUNTURA DI ZECCA? COME RIMUOVERLA? COME PREVENIRE GLI ATTACCHI?


- CONTATTO E RIMOZIONE


Per prima cosa va specificato che il morso di zecca, a differenza delle punture di vespe, tafani, api, zanzare, non è doloroso e non dà prurito. Per questo motivo è molto difficile accorgersi della presenza del parassita nel momento in cui si attacca al corpo. Quasi sempre la consapevolezza di essere entrati in contatto con l'animale sopraggiunge a distanza di tempo, quando le aree circostanti il morso iniziano a causare fastidiosi pruriti. Questi piccoli animali, lunghi da un paio di mm fino a 1 cm, sono generalmente di color marrone, ma una volta che hanno iniziato a succhiare il sangue, assumono una colorazione rossa. A quel punto è necessario procedere alla sua rimozione dalla cute, con molta attenzione.


La prima regola da seguire è di non lasciarsi prendere dal panico. La rimozione dell'animale è un'operazione piuttosto delicata, che non può essere fatta con fretta, ma necessita di precisione e sangue freddo. In caso contrario, movimenti bruschi o affrettati, potrebbero determinare una non corretta rimozione e alcune parti dell'animale potrebbero restare attaccate. Il metodo migliore per liberarsi dell'animale, è quello di afferrarlo alla base, il più vicino possibile al rostro (piccolo uncino con il quale la zecca rimane attaccata alla pelle). Lo strumento per effettuare questa operazione può essere una pinzetta – in farmacia ne esistono apposite, ma una pinzetta comune va bene lo stesso. Una volta afferrata saldamente, farla roteare delicatamente.


- LA MALATTIA DI LYME


È molto importante rimuovere la zecca perché questo parassita può essere il veicolo della malattia di Lyme, presente in Italia soprattutto in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.

Dopo l'estrazione è indispensabile lavare e disinfettare accuratamente la zona colpita e tenerla sotto controllo per una decina di giorni. Nel caso di comparsa di arrossamento – eritema migrante – che si propaga dalla zona della puntura, con un anello più chiaro al centro, è opportuno consultare un medico. Sarà opportuno rivolgersi al proprio medico curante anche se nelle settimane successive dovesse formarsi nella sede della puntura una lesione ulcero-necrotica (tache noir) o dovessero comparire sintomi quali malessere generale, febbre elevata, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi, cefalea. Se diagnosticata rapidamente e trattata con antibiotici, nei bambini è quasi sempre curabile: l'eruzione cutanea sparisce entro pochi giorni dal trattamento. L'incubazione della malattia va da tre a quindici giorni ma talvolta arriva a un mese. Per questo è opportuno monitorare la zona della pelle colpita nei giorni successivi al contatto.

Ricordarsi che esistono metodi impropri, inutili, oltre che dannosi: NO quindi ad aghi arroventati, calore, petrolio. Controindicato anche il contatto con l'animale a mani nude e il tentativo di ucciderla schiacciandola o soffocandola con smalto per unghie, alcol o altro. La zecca respira infatti poche volte all'ora, quindi questa operazione risulterebbe inutile.


- COME EVITARLE?


Per cercare di evitare le punture è utile, quando il bambino gioca nell'erba, far indossare al piccolo abiti che coprano le parti abitualmente più esposte - calzettoni, pantaloni lunghi, camicie a maniche lunghe - e controllare a fine giornata i vestiti e la superficie corporea, con grande attenzione alle pieghe cutanee e al capo, dove più facilmente si annidano. Nelle zone più infestate dalle zecche devono essere utilizzati anche repellenti specifici.

L'uso di antibiotici per via generale non si è stato dimostrato utile nella prevenzione delle complicazioni.


A cura di: Antonino Reale

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