LA GESTIONE DEI COMPITI DI SCUOLA A CASA
I compiti di scuola a casa sono diventati una vera tensione per la maggior parte dei nuclei famigliari.
Lotte, vere e proprie crisi di nervi, panico e squilibri spesso destabilizzanti rappresentano la dimensione del fine settimana tipo.
La parentesi del compito dovrebbe rappresentare una fonte di vero apprendimento, spesso non lo è affatto.
Apprendere significa afferrare, prendere, l’apprendimento rappresenta quindi un investimento affettivo.
Se il compito di scuola non si snoda su di uno sfondo limpido, l’apprendimento non puo’ esistere.
L’interiorizzazione del compito prende vita all’interno di un sistema in cui esiste una persona che dà (il genitore spesso affianca il bambino) e una persona che prende.
È sempre un sistema efficace?
Una delle particelle inquinanti è la distrazione, ossia lo spostare l’attenzione da uno stimolo ad un altro.
Siamo portatori di due tipi di distrazione, quello posteriore e quello anteriore.
Il sistema attentivo posteriore è automatico e poco impegnativo, rappresenta una capacità primordiale e regola l’attenzione da uno stimolo all’altro, è il più’ superficiale, ossia quell’apparato che regola l’attenzione relativa ai suoni e alle immagini (rumori in casa, voci, televisione accesa, o altro).
Il sistema attentivo anteriore regola invece un’attenzione più profonda, rappresenta la strategia, un dispositivo più fine e sofisticato che richiede quindi più impegno e fatica (quello sollecitato anche dalla scuola durante le ore di lezione).
È necessario sviluppare a casa un approccio strategico che regoli un principio di efficacia ed autoefficacia, quindi alimentare la tolleranza alla fatica, la capacità relativa alla buona gestione dello stress-ansia e la resistenza al senso di frustrazione (ricordandosi che a volte il capriccio corrisponde al timore di fallire).
Il primo compito dell’adulto che almeno solo inizialmente affianca il bambino è quello di trasmettere la facoltà di bloccare il sistema attentivo posteriore e attivare quello anteriore, ossia quello più fruttuoso.
Come fare? Si puo’ utilizzare una serie di strumenti utili per diventare percettivamente più attraenti di qualsiasi altra fonte visiva o sonora (voci, rumori, presenza di oggetti e/o immagini).
È bene che il genitore utilizzi un tono di voce fermo e medio-alto, la litania è assolutamente inefficace.
La mimica facciale deve rappresentare vita ed espressione e il contatto fisico va ravvivato a momenti alterni, solo se gradito.
Contrariamente a ciò che si pensa, è scorretto inibire il movimento fisico o il desiderio di ascoltare la musica, infatti sia il moto che le note musicali rappresentano uno strumento che stimola e fortifica l’attenzione più fine e sofisticata.
Le sollecitazioni vanno calibrate e l’incoraggiamento e la gratificazione devono rappresentare i motivi dominanti, poiché’ il sostegno affettivo è fine all’essenza dell’impegno e non al risultato in termini qualitativi del bambino.
Lo scopo del genitore è quello di dover trasmettere contenuti semplici e chiari che prescindono da ogni forma di ansia o di controllo sul figlio.
È utile inoltre comunicare la capacità di autoregolazione, ossia non sottostimare o sovrastimare il tempo necessario all’esecuzione del compito, per questo risulta importante programmare inizialmente un programma di lavoro orientativo secondo il numero e il tipo di compiti da eseguire.
Il genitore deve ricordare di non sostituirsi mai all’operato del figlio, il suo compito è quello di appoggiare e guidare, perlomeno inizialmente, fino a quando ha sviluppato una buona dose di consapevolezze e competenze.
La pausa è essenziale ai fini di un successo, da ricordare sempre che un bambino in età scolare non supera mai i venti minuti di attenzione efficace.
Il bambino puo’ diventare protagonista del suo operato attraverso l’applicazione di poche e semplici operazioni preliminari.
La prima, quella di base, richiede l’ordine del tavolo di lavoro, è necessario inoltre liberarlo da ogni tipo di strumento tecnologico (cellulare, iPad, pc, o altro) guadagnando spazio e pulizia mentale.
Potrà inoltre servirsi di un orologio fine al raggiungimento intelligente degli obiettivi, questo significa ottenere un risultato effettivo per ogni compito concluso.
Sarà necessario quindi fissare un tempo per ogni consegna e comprendere infine se è risultato essere realistico, o se è il caso di riconsiderarlo in termini più verosimili, efficaci e produttivi.
Voglio precisare che gli accorgimenti appena descritti vogliono rappresentare la spiegazione di un programma che puo’ trovare un raggiungimento efficace solo se armati tutti di pazienza, costanza e forza di volontà.
Tutto puo’ essere meravigliosamente possibile.
Fonte: Ludovica Turchetti , Logopedista