MENOPAUSA: TERAPIA ORMONALE CONTRO LA DEPRESSIONE
Quando si instaura la menopausa, cresce il rischio di depressione. Ma una terapia ormonale a base di estrogeni più progestinici sembra quasi dimezzare questo pericolo: lo ha verificato uno studio su 172 donne pubblicato su Jama Psychiatry, che ha messo a confronto il trattamento ormonale e il placebo.
LO STUDIO
La prova è andata avanti per un anno e va detto che le pazienti scelte, di età 45-60 anni, erano nella fase perimenopausale e nella primissima fase di menopausa. La cosiddetta transizione dall’età fertile alla menopausa è di circa quattro anni. Nelle donne trattate col placebo il 32 per cento ha evidenziato significativi sintomi depressivi contro il 17 per cento, quasi la metà dunque, tra quante venivano curate con gli ormoni. Con quella che si usa chiamare terapia ormonale sostitutiva e che da anni è sotto osservazione per comprenderne i benefici e i rischi.
AIUTO CONTRO I DOLORI DELLA VITA
Susan Girdler, professore di psichiatria all’Università della North Caroline che fa parte del gruppo di ricerca, osserva che ci sono due elementi che risultano giocare a favore del miglioramento dell’umore con la loro cura ormonale: il fatto di essere nella fase di transizione alla menopausa (perimenopausa) e il fatto di aver subito duri colpi nella vita, tipo aver perso la persona amata o il divorzio. Sempre la Girdler spiega che nell’entrare in menopausa il rischio di una depressione aumenta da 2 a 4 volte. E le donne in osservazione venivano visitate più volte durante l’anno dello studio per verificare lo stato dell’umore e classificarne l’intensità in base a una nota scala diagnostica.
SI ALLE VAMPATE SOLTANTO
Commentando (positivamente) l’indagine, alcuni professori di psichiatria statunitensi e australiani, fanno però presente che la Food and Drug Administration - l'ente che negli Stati Uniti regola l'autorizzazione all'immissione in commercio dei farmaci - ammette il trattamento ormonale sostitutivo soltanto per combattere le vampate e la secchezza della vagina. Non per combattere i disturbi dell’umore.
ESTROGENI E UMORE
Antonio Lanzone, direttore della clinica ostetrica e ginecologica del Policlinico Gemelli di Roma, condivide i risultati dello studio pubblicato su Jama Psychiatry: «Non sono dati così nuovi, ma sono interessanti perché mirati su un solo punto: la depressione. In effetti la carenza di estrogeni, come si verifica nel passaggio alla menopausa, può provocare depressione. C’è stata addirittura un’indagine di studiosi giapponesi che hanno applicato l’estrogenoterapia a malati con l’Alzheimer ottenendo un miglioramento delle loro performance. In effetti gli estrogeni sono capaci di migliorare le funzioni cognitive e dell’umore, eppure questa terapia si può dire sia stata abbandonata».
TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA: TIMORI INFONDATI?
La terapia ormonale sostitutiva in menopausa è stata oggetto di numerosi studi. In particolare il grande studio Women’s Health Initiative (Whi) che esaminò i dati di 160mila donne americane per 11 anni, per valutare gli effetti di farmaci estrogeni e progestinici sul rischio di varie malattie. Ne emerse un rischio aumentato per tumore al seno, trombosi e infarto del miocardio. Molti specialisti in Europa, poi, tennero a precisare che i dati americani riguardavano farmaci, dosi e modalità di prescrizione lontani da quelli in uso oggi nei nostri ambulatori. La terapia ormonale sostitutiva resta uno strumento estremamente utile per contrastare i disturbi che compromettono la qualità della vita delle donne in menopausa, ma il rapporto rischi-benefici va valutato attentamente caso per caso con l’aiuto di uno specialista esperto. Conclude Lanzone: «Se una paziente ha vampate e presenta anche un calo dell’umore sono portato a considerare la terapia ormonale sostitutiva».
Fonte: Fondazione Veronesi