Centri estivi 2020, le linee guida del governo
Il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’apertura, da giugno, di opportunità ludiche per bambini: ecco le linee guida per i centri estivi durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus
Dal 18 maggio via alle attività all’aperto, in parchi e giardini, per bambini dai 3 anni ed adolescenti, con la presenza di operatori, anche sottoforma di outdoor education. Dal mese di giugno e per il periodo estivo, partono i veri e propri centri estivi nelle scuole, oratori e ludoteche. È quanto prevedono le Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid-19. Il documento - stilato dal Dipartimento politiche per la famiglia tenendo contro degli orientamenti della Società italiana di pediatria, del Comitato tecnico-scientifico e della Presidenza del Consiglio dei ministri - vuole ripristinare «il diritto alla socialità ed al gioco» dei minori così compromesso durante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus. e «si intreccia fortemente con la conciliazione delle dimensioni di cura e lavoro da parte dei genitori».
Centri estivi
Preferire scuole - o sedi similari come ludoteche e oratori - dotate di un «generoso spazio verde» che consenta «attività all’aperto e diverse da quelle che caratterizzano l’attività didattica durante il calendario scolastico»: da prediligere quindi «attività ludiche» che consentano di passare la «giornata in modo disteso e piacevole». È questa la raccomandazione generale delle linee guida per i centri estivi che poi prevedono una serie di stringenti prescrizioni su alcuni aspetti fondamentali.
Accessibilità
Chi può accedere ai centri estivi? «Le condizioni di salute dei bambini devono essere considerate con l’aiuto del pediatra». Il progetto deve essere circoscritto a «sottofasce di età» pre garantire omogeneità: saranno distinte fasce relative alla scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Visto il potenzialmente alto numero delle domande, si devono prevedere «criteri di priorità» per «assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro» (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, impossibilità di smart-working, condizioni di fragilità, ecc.). La graduatoria dovrà tenere conto anche dell’eventuale disabilità del minore e condizione di fragilità della famiglia. Chi organizza i centri estivi dovrà comunicare con un congruo anticipo i tempi e i modi dell’iscrizione.
Piccoli gruppi
Per garantire il «distanziamento fisico è fondamentale l’organizzazione in piccoli gruppi» e di«diversi spazi» per lo svolgimento delle attività nell’ambito del territorio di riferimento. A tal fine è opportuno privilegiare il più possibile le attività in spazi aperti, anche se non in via esclusiva, e tenendo conto di adeguate zone d’ombra. In caso di attività in spazi chiusi, è raccomandata «l’aerazione abbondante dei locali»: tenere le finestre aperte per la maggior parte del tempo.
Rapporto bambini-operatori
Il rapporto numerico tra operatori e bambini (e adolescenti) fissato dal governo tiene in considerazione sia il grado di autonomia nelle attività comuni come il pasto o l’uso dei servizi igienici, sia la capacità dei minori di aderire alle misure di distanziamento sociale e prevenzione. Il rapporto minimo è così fissato: per i bambini in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini; per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un rapporto di un adulto ogni 7 bambini; per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.
Igiene e pulizia
Oltre alla definizione organizzativa del rapporto numerico, occorre operare per garantire il distanziamento fisico e principi generali di igiene e pulizia considerando che il coronavirus si trasmette attraverso droplets. Particolare attenzione dovrà essere rivolta all’uso delle mascherine. Il documento ricorda le misure di prevenzione da adottare come non tossire senza protezione, mantenere il distanziamento fisico, pulire le superfici frequentemente e i bagni dopo ogni utilizzo con in più una disinfezione giornaliera.
Selezione degli operatori e programmazione delle attività
Oltre alla verifica dei requisiti di formazione, sarà necessario prevedere un certo numero di supplenti disponibili in caso di necessità. Tutto il personale, (professionale e volontario), deve essere formato sui temi della prevenzione dal Covid-19. Molto importante è anche che tutti gli operatori conoscano per tempo lo spazio in cui andranno ad operare per programmare in anticipo le attività. .La stabilità dei gruppi e degli operatori è fondamentale per tracciare casi potenziali di contagio. Le attività svolte devono prevedere la pulizia approfondita (almeno giornaliera) delle attrezzature utilizzate, il lavaggio delle mani dopo ogni attività, attenzione alla non condivisione di posate e bicchiere da parte dei bambini. Vietate le attività che comprendano assembramenti di più persone, come le feste con i genitori.
Entrata e uscita
È importante che la situazione di arrivo e rientro a casa dei bambini ed adolescenti si svolga senza comportare assembramento. Per questo è opportuno «scaglionarne l’ingresso» ogni 5/10 minuti e organizzare «l’accoglienza all’esterno» per evitare che gli adulti accompagnatori entrino negli spazi dei centri estivi. Quando possibile, saranno opportunamente differenziati i punti di ingresso dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati. Minori e operatori devono lavarsi le mani con acqua e sapone o con gel igienizzante (da tenere fuori dalla portata dei bambini) prima in entrate e uscita. È prevista una vera e propria procedura di triage: chiedere ai genitori se il bambino o l’adolescente ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa; dopo aver igienizzato le mani, verifica della temperatura corporea. La stessa procedura va posta in essere all’entrata per gli operatori.
Progetto educativo
Il gestore dei centro estivo deve garantire l’elaborazione di uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune. Il progetto dovrà specificare gli spazi utilizzati, il numero e l’età dei bambini, l’elenco del personale impiegato, il calendario di apertura e l’orario quotidiano e le modalità di accoglienza e uscita in considerazione delle norme anti Covid-19.
Disabilità
Nella consapevolezza delle particolari difficoltà che le misure restrittive per contenere i contagi hanno comportato per bambini ed adolescenti con disabilità, e della necessità di includerli in una graduale ripresa della socialità, particolare attenzione e cura vanno rivolte alla definizione di modalità di attività e misure di sicurezza specifiche per coinvolgerli nelle attività estive. Nel caso di bambini ed adolescenti con disabilità, il rapporto numerico deve essere potenziato con un operatore per ogni bambino o adolescente.
Outdoor education
Dal 18 maggio, il governo dà il via libera alla cosidetta outdoor education, una definizione che sottolinea il legame fra l’esperienza dell’ambiente e della natura e lo sviluppo di importanti dimensioni dell’esperienza individuale. Un modello - per lo più utilizzato nel Nord Europa - che si basa su attività all’aperto che, al momento, rappresentano un importante elemento di prevenzione. Dal 18 maggio, gli enti interessati potranno iniziare a « organizzare questo tipo di attività» in giardini, parchi e fattorie didattiche. I progetti - che dovranno rispondere alle stesse prescrizioni richieste ai centri estivi in termini di rapporto numerico, igiene e pulizia e altro - potranno essere realizzati dagli enti interessati e da organizzazioni del terzo settore.
Parchi e giardini
Le linee guida del governo prendono in considerazione anche la riapertura di parchi e giardini pubblici considerata di grande importanza per l’equilibrio psicofisico di bambini e adolescenti così messi a dura prova dal lockdown. L’accesso agli spazi verdi, però, deve essere regolamentato per evitare assembramenti. Bambini e adolescenti sotto i 17 anni devono essere sempre accompagnati da un adulto, anche non parente (come le baby sitter), in caso di bambini al di sotto dei 14 anni. Il gestore del parco deve garantire il personale per la manutenzione, pulizia periodica e supervisione.