Quando togliere il ciuccio
Odi et amo. Il ciuccio è spesso oggetto di pregiudizi; da una parte non riusciamo a pensare a un bambino senza il suo ciucciotto, dall’altra le mamme si chiedono di continuo come possono togliere il vizio del ciuccio al figlio che non vuole separarsene. Il ciuccio se usato con buonsenso non vizia il bambino, anzi, può servire a portare alcuni benefici. Grazie alla sua funzione di suzione non nutritiva può servire come calmante ed esercita una funzione rilassante e consolatoria nei momenti di pianto.
Nei primi 6 mesi di vita l’uso del ciuccio durante la notte riduce il rischio di SIDS (Sindrome da morte in culla), l’importante è però che non venga introdotto prima del primo mese di vita perché è necessario che l’alimentazione al seno sia stabilizzata. Un’introduzione precoce potrebbe ridurre il desiderio del bambino portandolo a succhiare con meno forza e quindi a ridurre la produzione di latte.
Come già accennato può essere utile nella sua funzione analgesica e di conforto e quindi nel caso di manovre dolorose o in terapia intensiva. Nei bambini nati pre-termine, infatti può aiutare a sviluppare e rafforzare la suzione finalizzata all’alimentazione al seno. Alcuni bambini però rifiutano l’uso del ciuccio, in questo caso il bambino non va forzato e quindi bisogna armarsi di pazienza nei momenti di crisi e di non cercare di tappargli la bocca col succhiotto. È altamente sconsigliata, la diffusa abitudine di intingere il ciucciotto nel miele perché potrebbe portare a problemi di salute, non solo dentali ma anche coliche e mal di pancia. Se invece il succhiotto viene accettato è necessario che l’adulto lo gestisca con consapevolezza perché non diventi un’abitudine viziata e si renda difficile il distacco.
Quindi, oltre al tempo di inserimento, che abbiamo detto essere dopo il primo mese di vita del bambino, l’altra indicazione fondamentale è che il ciuccio non venga dato durante le attività quotidiane poiché distrae e impedisce al bambino l’esplorazione orale e sensoriale.
QUANDO TOGLIERE IL CIUCCIO?
Il distacco dovrebbe iniziare tra i 6 e i 12 mesi e non dovrebbe andare oltre i 2 anni. L’abbandono graduale e concordato dovrebbe cominciare con l’inizio dello svezzamento. Il bambino deve iniziare a sperimentare schemi motori più maturi e complessi dei movimenti della lingua e della bocca rispetto al semplice succhiare che stimola la lingua a compiere movimenti ancora infantili.
È necessario limitare l’uso del ciuccio solo ai momenti di effettiva necessità, abbandonandolo gradualmente e sperimentando forme di consolazione più mature.Se viene usato con giudizio il distacco può avvenire naturalmente e senza traumi ma diventa un problema se il ciuccio è l’unico modo che il bambino ha per consolarsi.
Man mano che cresce possono cambiare anche le modalità di conforto, lo sviluppo delle capacità socio relazionali permette di usare baci, coccole, canzoncine e attività a lui gradite al posto del succhiotto. Diventa problematico distaccare il bambino dal ciuccio se, attraverso un uso sbagliato, ha stabilizzato una dipendenza: se il ciuccio è l’unica arma che hai per non farlo piangere, se viene intrattenuto col ciuccio nei momenti di frustrazione o di attesa o se gli viene dato ad ogni accenno di lamentela. L’utilizzo prolungato oltre i due anni può portare una serie di alterazioni legate all’ alimentazione e al linguaggio.
• Modifiche nella conformazione del palato e della dentizione, alterazione del morso che porteranno, probabilmente, alla futura necessità di un intervento ortodontico • Cattivo sviluppo del massiccio facciale, viso disarmonico, labbra poco competenti: i muscoli non lavoreranno in sinergia, come dovrebbero, ma ci saranno zone ipotoniche e zone ipertoniche • Posizione bassa della lingua e tendenza alla respirazione orale che rende più frequenti le infiammazioni e le infezioni del naso e della gola • Tendenza ad otiti ricorrenti poiché i corretti movimenti mandibolari, di masticazione e della lingua, permettono la buona funzionalità delle tube di Eustachio • Alterazioni del linguaggio: la posizione errata della lingua la porterebbe tra i denti e la renderebbe troppo debole per compiere i movimenti raffinati che servono per una buona articolazione rendendo quindi necessario un intervento di tipo logopedico.
COME TOGLIERE IL CIUCCIO?
Questa fase necessita di un periodo di tranquillità per il bambino, perciò è sconsigliabile farlo in concomitanza di altri cambiamenti quali potrebbero essere l’inizio della scuola, l’arrivo di un fratellino o la stabilizzazione di una nuova abitudine. Bisogna far capire al bambino che comprendiamo quanto sia difficile per lui rinunciare al ciuccio ma convincerlo che per i bambini grandi ci sono altri modi per consolarsi.
È necessario che il bambino partecipi attivamente alla decisione di abbandonare il ciuccio e non farlo sparire da un momento all’altro, soprattutto se c’è un grande attaccamento. La cosa più importante è che il distacco sia consapevole e graduale altrimenti rischiamo che venga sostituito dal dito o da un’altra abitudine viziata. Per aiutare i genitori nella difficile impresa esistono numerosi libri che possono essere di supporto con storie illustrate.