Flo il temibile cane da caccia
In questi giorni ho raccontato ai miei bambini la storia della mia Flo, un cane che nei suoi 11 anni con me mi ha dato uno sconfinato amore incondizionato. Ricambiato.
I suoi primi 4 anni li ha passati tra abbandono e canile, non prima di essere stata testata per la caccia con tanto di coda tagliata (male). Risultato: un dito storto attaccato al sedere. Essendo negatissima per la caccia il canile è stato il suo “logico” destino.
Un giorno io e mia sorella decidiamo che la nostra famiglia è pronta per un nuovo cane. Andiamo al canile e dopo la triste rassegna delle gabbie, come in un film strappalacrime, nell’ultima gabbia d’angolo in fondo vediamo un cane che sta in disparte e ci scruta con l’occhio del terrore.
Le parole che ci convincono istantaneamente sono: “E’ da caccia, temono tutti sia aggressiva verso gli altri animali e quindi è qui da 4 anni. Non si riesce a inserire in nessun gruppo di cani e viene sempre messa in disparte dai compagni”. “Prendiamo questa!”
E a questo punto ricordo la perplessità e diffidenza dei volontari (sottotitolo non vi rendete conto e non ce la farete mai) e la scena surreale di questo cane che cercava disperatamente di scappare verso la sua gabbia mentre io la trascinavo fuori, fino a quando non l’ho sollevata di peso e caricata in macchina. Sembrava una deportazione!
Le prime due settimane sono state di pura tragedia: notti in bianco, fughe, ritorni, odio per recinzioni e cancelli, pianti e latrati 24 ore non stop addormentandosi in piedi e cadendo. Per placare la disperazione di mia madre io ho dormito su un lettino da giardino vicino alla cuccia per non farla piangere. Funzionava se non mi addormentavo.
Al termine della seconda settimana mia madre, con tutto il tatto possibile che non le è usuale in materia di animali (mia nonna la chiamava “la cittadina”) mi comunica che se lo psicodramma non si fosse risolto in giornata l’avrei dovuta riportare al canile. Io non ho avuto cuore di ribattere rendendomi conto dell’enorme sforzo che erano state per mia mamma quelle due settimane e quindi vado a fare un discorso al cane, spiegandole la situazione.
Qui la vicenda si tinge ulteriormente di surreale perché il cane, comprendendo la gravità della situazione, magicamente da quella notte smette di piangere. Da quel momento sono poi trascorsi 11 anni speciali che meritano futuri e spassosi approfondimenti fino a quando Flo si è spenta tra le mie braccia nel 2013, poco dopo il primo compleanno del mio primo bambino. E’ stato un amore irripetibile che sembra esagerato e assurdo a chi non ha mai condiviso la sua vita con un cane.
Una volta nella vita consiglio a tutti di trovare il coraggio di varcare la soglia di un canile.
Per la cronaca vorrei sottolineare che non solo non era aggressiva verso altri animali ma era terrorizzata dai gatti (che se ne approfittavano), galline, porcospini e naturalmente dagli altri cani. Un vero cane da caccia insomma…
Nelle grandi pulizie del lock down mia mamma ha trovato e mi ha dato il certificato di adozione che ho conservato insieme alla sua medaglietta a forma di cuore.
I miei figli, dopo questo racconto, hanno deciso che da grandi non si sposeranno ma diventeranno coinquilini così possono adottare insieme un cane e fare a turno per dargli da mangiare.
Non era esattamente questa la morale da cogliere… ci lavoreremo.
Elisa Pincella