Bambini in sovrappeso: quali sono le cause?
Purtroppo i dati sono sempre più allarmanti. Il numero di bambini in sovrappeso e in condizione clinica di obesità è in costante aumento. Nel 2017 le ricerche evidenziano che il 5,6% della popolazione infantile mondiale risulta in sovrappeso. In Europa, si parla di un bambino su tre. Anche l’Italia non è immune da questo trend: alcuni dati, infatti, riportano che il 21% dei bambini risulta in sovrappeso e il 9,3% soffre di obesità. Quando si parla di sovrappeso e obesità si definiscono due condizioni cliniche specifiche. Il sovrappeso e l’obesità sono convenzionalmente valutate attraverso l’IMC, cioè l’Indice di Massa Corporea. Esso si calcola dividendo il peso (espresso in Kg) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri). Il risultato deve essere confrontato con delle tabelle stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che tengono in considerazione l’età e il sesso dei piccoli.
QUALI SONO LE CAUSE?
A livello generale possiamo evidenziare come, forse per la prima volta nella storia, nella nostra società vi sia una disponibilità di cibo esageratamente superiore a quella necessaria. Ovviamente, questa situazione sociale favorisce maggiormente la possibilità di accedere al cibo in maniera sregolata e, di conseguenza, sviluppare disturbi del comportamento alimentare. I disturbi del comportamento alimentare, infatti, sono in costante aumento e il trend non sembra arrestarsi. A livello individuale, possiamo riscontrare diversi fattori che possono portare sovrappeso nei bambini e, a volte, ad una vera e propria obesità. Si parla di origine multifattoriale, per indicare come siano diverse le variabili che concorrono nello sviluppare obesità o sovrappeso nei bambini. Occorre considerare, infatti, i fattori organici, psicologici e socio-ambientali che determinano l’origine e il mantenimento di queste situazioni.
I FATTORI ORGANICI
A volte, nei bambini in sovrappeso possono essere presenti malattie endocrine o disfunzioni metaboliche. Sono numerose le ricerche in questo senso. Alcuni studi, inoltre, stanno cercando di capire se vi è un gene specifico che può contribuire allo sviluppo dell’obesità. Ad oggi, i dati che abbiamo sono ancora troppo esigui per trarre conclusioni. Gli studiosi, però, propendono per evidenziare come, anche alla luce di una predisposizione genetica, siano poi necessari delle variabili di contesto per sviluppare una vera e propria obesità. Altri studi hanno messo in evidenza l’elemento famigliarità: ad esempio, madri in sovrappeso durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di avere bambini predisposti all’obesità.
I FATTORI SOCIO-AMBIENTALI
Il contesto di vita in cui il bambino nasce e cresce ha un’influenza importantissima sullo sviluppo di sovrappeso e obesità. Lo stile di vita e il comportamento alimentare, infatti, giocano un ruolo cruciale. Le abitudini alimentari della famiglia vengono trasmesse ai bambini. Questo avviene in maniera più o meno consapevole. Cosa si sceglie di mangiare? Si mangia a tavola o seduti sul divano? Ci sono delle regole per quanto riguarda il momento dei pasti? Gli snack fuori pasto sono l’eccezione o è un’abitudine consolidata? Anche la tendenza ad una vita sedentaria o, al contrario, a praticare regolarmente attività fisica, si sviluppa a partire dal contesto famigliare. Ultimamente, inoltre, la presenza massiccia di telefonini e tablet nella vita dei bambini li porta a passare molto tempo davanti a questi dispositivi. Il tempo libero è sempre più dedicato a guardare video o pubblicare foto sui social. Ciò favorisce uno stile di vita eccessivamente sedentario che, inevitabilmente, ha conseguenze anche sulla salute dei piccoli.
I FATTORI PSICOLOGICI
Quando si parla di bambini in sovrappeso o in condizione di obesità è importante considerare anche le variabili emotive e relazionali. Il collegamento tra cibo ed emozioni, infatti, è ben noto. Lo sperimentiamo tutti nella nostra quotidianità. C’è chi, ad esempio, risponde ad un momento di tensione buttandosi sul cibo. Ad altri, invece, “si chiude lo stomaco” e non riescono a mandare già nulla. Tante volte capita di sentire il termine “fame nervosa”. E si parla di “fame nervosa” non a caso. Nervosa, infatti, perché legata alle emozioni, come la rabbia, la tristezza o la paura. Ovviamente, questa relazione tra cibo ed emozioni è valida non solo per gli adulti, ma anche per i bambini. Anzi, molto spesso la relazione che i bambini instaurano con il cibo verrà portata avanti anche in età adulta. D’altronde è noto a tutti che il cibo non è solo nutrimento per il corpo. Il cibo, infatti, è il primo strumento per entrare in relazione con l’altro e con il mondo. Pensiamo alla figura di riferimento che offre il latte al neonato e, con esso, offre supporto, calore, cura e contatto visivo. In questo modo, essa soddisfa i bisogni primordiali di cura, nutrimento e amore. Tramite il nutrimento passa il messaggio di amore verso il proprio bambino. Il piccolo sperimenta, inoltre, la reciprocità. Il cibo, dunque, fin dalla nascita, si carica di significati simbolici forti e importanti.
BAMBINI IN SOVRAPPESO ED EMOZIONI: COSA VUOLE DIRCI IL PICCOLO?
Se la tendenza del bambino è quella di utilizzare il cibo come consolazione o come sfogo è importante soffermarci a prestare attenzione a quello che sta succedendo. Cosa ci vuole dire il bimbo con questo comportamento? Cosa ci sta cercando di dire? E’ importante riflettere se questo rapporto con il cibo è sempre stato tale o se si è modificato nell’ultimo periodo. Può essere opportuno osservare anche se sono presenti delle ricorsività, cioè se ci sono situazioni in cui è più facile che questo comportamento si manifesti. Il bambino, ad esempio, tende ad abbuffarsi quando è arrabbiato? Oppure, quando è particolarmente giù di morale? Queste, tra le altre, sono alcune delle cose a cui prestare attenzione. A volte, un comportamento alimentare scorretto può essere legato ad un disagio che il bambino sta attraversando. Il suo rapporto con il cibo diventa, dunque, un segnale a cui prestare attenzione. Esso può essere il campanello d’allarme per un momento di complessità che il bambino sta attraversando. Può trattarsi di una difficoltà del piccolo a esprimere le proprie emozioni che, di contro, riversa nel cibo. Sia un cambiamento in termini di aumento ponderale che di calo drastico del peso non sono da sottovalutare. E’ importante, dunque, notati dei cambiamenti nel comportamento alimentare del proprio bimbo, rivolgersi al pediatra di fiducia. Con gli accertamenti medici adeguati, infatti, può comprendere al meglio l’origine della situazione e consigliare uno spazio di parola al bambino, utile per imparare a riconoscere e gestire le proprie emozioni.
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