FIGURE DI RIFERIMENTO: LA MAMMA E IL RITORNO AL LAVORO
Il rientro delle madri al lavoro dopo la nascita del proprio figlio appare molto delicato, anzitutto perché prevede una separazione, la quale potrebbe anche avvenire con fatiche e difficoltà. La prima separazione in assoluto coincide con il parto e da qui ne seguiranno numerose. Nei primi mesi di vita, la mamma è una presenza costante per il figlio, tuttavia è bene che non dimentichi la sua importante posizione di donna e lavoratrice ristabilendo il proprio equilibrio psico-fisico. I dati, però, raccontano che il processo della ripresa lavorativa non è privo di problematicità: secondo l’Istat sono circa quattro milioni le mamme che si trovano a conciliare la maternità e il lavoro con ansia. Le difficoltà tipiche di questa fase oscillano infatti tra dubbi relativi al lasciare il proprio bambino alle cure altrui, paure che il ruolo di madre possa sbiadirsi e sensi di colpa riguardanti il non passare abbastanza tempo con i figli.
“Dove e con chi lascio mio figlio? Starà bene? Posso fidarmi?”
La vita di una neo-mamma può essere difficile e ricca di punti interrogativi, ma le soluzioni ci sono: vediamone alcune!
I nonni sono un’importante risorsa, in grado di fornire aiuto, e la relazione che i bimbi instaurano con loro è speciale, ma queste figure non sempre sono disponibili. In tal caso, sarà possibile avvalersi della babysitter o dell’asilo nido. Questo tema però, per le madri, è spesso fonte di preoccupazione, perché può fare capolino il pensiero che qualcun altro di esterno alla famiglia possa “prendere il proprio posto”. A tal proposito all’interno degli asili, è bene ricordare, vi sono équipe di professionisti nella cura di bambini anche molto piccoli e disponibili proprio ad incontrare le esigenze e i dubbi delle neo-mamme. Inoltre nella coppia genitoriale si è in due, per cui una sintonia tra i partner farà sì che l’accudimento del figlio sia equamente distribuito e che nessuno dei membri debba necessariamente dedicarsi al solo ruolo genitoriale.
“Perché una mamma non dovrebbe più saper svolgere il lavoro per il quale è stata scelta o che ha sempre portato avanti?”
Al rientro dalla maternità, si considera anche l’intera cornice sociale che contiene la figura della mamma-lavoratrice. Si assiste ancora spesso a demansionamenti, violenze psicologiche e a licenziamenti: risultato di forti stereotipi di genere e pregiudizi che portano a considerare una madre meno affidabile rispetto ad un altro lavoratore. La neo-mamma dovrà per altro fare i conti con il mito della “super madre” instancabile, capace di essere sempre multitasking. Questo mito descrive il modello della donna “piovra” che con gli innumerevoli tentacoli dovrebbe riuscire a divenire la miglior casalinga, la moglie e la madre perfetta e un’incredibile donna d’affari! La paura di non rientrare in questo target può creare un’angoscia crescente, portando a superare ogni limite pur di riuscire nell’impresa, talvolta anche tralasciando danni fisici o psicologici che questo eccesso può portare: tra questi il sentirsi perennemente insoddisfatte, perché ci sarà sempre una figura di madre migliore, finendo così partecipanti di una gara spietata contro il grande nemico delle aspettative sociali. Ogni donna, ogni mamma, è però unica e particolare e nel tempo potrà quindi trovare il proprio modo di conciliare famiglia e lavoro, tendendo anche la mano ai preziosi alleati che colorano la sua vita.
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