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LA PARITÀ DI GENERE SI IMPARA DA PICCOLI



Rispetto per la parità tra i sessi e abolizione del gender gap sono alla base di una crescita senza stereotipi e verso la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione.

Si scrive parità di genere, si legge essere diversi ma contare allo stesso modo. Si scrive parità di genere, si legge rispetto per le inclinazioni e abolizione di ogni discriminazione tra i sessi. Educare bambine e bambini alla parità di genere è essenziale per scardinare la cultura della sopraffazione e superare il gender gap ancora oggi così netto. E significa anche seminare rispetto e coltivare la cultura dell’equità come arma contro la violenza di genere.


Quando cominciare a insegnare ai bambini la parità di genere?

Non è mai troppo presto per insegnare ai più piccoli che non esistono differenze tra quello che bambine e bambini possono fare e che potranno diventare da grandi. Sin dai primi mesi di vita, neonate e neonati sono esposti a numerosi stereotipi. Si abituano i più piccoli a vedere e sentire, sin da subito, intorno a loro ciò che, dagli adulti, è reputato più adatto al genere maschile o femminile.

Come spiegare ai bambini la parità di genere

Educare alla parità di genere, oggi più che mai, significa, invece, fare educazione emozionale e formare individui più empatici e gentili con gli altri. Vuol dire, inoltre, predisporre un importante antidoto contro le discriminazioni sessuali, il bullismo, la violenza in generale.

Da dove cominciare? Come si fa a educare bambine e bambini alla parità genere? Come è possibile riuscire a superare secoli di preconcetti e stereotipi?

La risposta è: scovandoli tutto intorno nell’ambiente che circonda i più piccoli. Come sappiamo, poi, saranno l’esempio e la routine che vivranno con la famiglia a rendere tutto più semplice. Bambini e bambine, infatti, osservano e replicano i comportamenti che conoscono e se sono abituati a vedere intorno a loro collaborazione, complicità, suddivisione dei compiti per priorità e non per genere, sarà per loro normale imparare il rispetto e la parità. Vedere papà che lava i piatti e mamma che esce per andare al lavoro, osservare i genitori che curano il giardino o cucinano insieme e fratelli e sorelle che fanno i turni per apparecchiare la tavola sarà per i piccoli di casa la scuola migliore contro ogni discriminazione legata al gender.

Qualche consiglio pratico per educare i bambini

Ci sono tanti piccoli accorgimenti da mettere in opera per educare in modo pratico i bambini alla parità.

1) Innanzitutto è bene coinvolgerli sin da piccolissimi, e senza alcuna distinzione, nelle faccende di casa: dalla differenziata al rifare il proprio letto, dal mettere in ordine all’apparecchiatura della tavola. In questo modo, capiranno da subito che cura, pulizia e accudimento non hanno genere.

2) Un altro consiglio sicuramente valido è quello di utilizzare sempre un linguaggio non stereotipato. Superare frasi che quasi tutti hanno consolidato inconsciamente – come “le belle bambine non si sporcano”, oppure “i maschi non piangono” – è importante così come utilizzare un linguaggio inclusivo ed egualitario tra adulti.

3) A supporto dell’abbattimento dei tanti luoghi comuni si trovano letture senza stereotipi che aiutano a non creare schemi fissi in cui i bambini e bambine debbano inserire il “comportamento da femmina o da maschio”. Sono libri, ad esempio, in cui nessuna principessa aspetta, immobile, di essere salvata e nessun principe è obbligato a essere un super eroe impavido. Questo principio ha ormai conquistato sempre di più anche i cartoni animati e le serie dedicate ai più piccoli.

4) Un discorso a parte meritano le attività extrascolastiche, gli sport e gli hobby. Far comprendere ai bambini e alle bambine che possono cimentarsi in tutti gli hobby possibili e che, al massimo, esiste la squadra maschile e femminile è un ottimo primo passo verso un futuro egualitario anche sul lavoro e nella carriera.

5) E per quanto riguarda i giochi? Prima che i bimbi siano abbastanza grandi da poter decidere da soli, il consiglio è quello di farsi guidare principalmente dalle indicazioni sulla fascia d’età e assecondare le loro inclinazioni, lasciando ad ognuno la possibilità di esplorare e seguire la propria indole, i propri desideri, con naturalezza e serenità.


Questo approccio e questi atteggiamenti aiuteranno le nuove generazioni a percepire i generi sessuali non in competizione e non in un rapporto di subordinazione, bensì come caratteristiche che ci rendono diversi e unici ma con eguali diritti, doveri e possibilità.

*Articolo redatto da Primigi in collaborazione con DeAgostini

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