" Mamma, come mai adesso sono tutti dentisti?"
La sensibilità di un bambino offre chiavi di lettura sempre nuove per decifrare la realtà degli adulti.
Per questo motivo, quando ho sentito porre questa domanda a una mamma durante una passeggiata all’aperto, mi sono resa conto di quanto a volte l’innocenza si dimostri molto più illuminante dell’esperienza.
Fino a qualche mese fa, infatti, le mascherine erano appannaggio di medici ed infermieri, ora l’elastico che tira dietro le orecchie e gli occhiali che si appannano sono sensazioni che viviamo quotidianamente.
Tutto cambia di nuovo quando questa realtà mascherata è vista con gli occhi dei bambini.
Loro sono molto più bravi degli adulti ad assorbire e carpire le emozioni, ma l’interpretazione del volto coperto è sicuramente più difficile e ciò che non si vede bene è meno rassicurante. Per la maggior parte dei piccoli le mascherine in ambito medico erano associate al dentista, specialista che tanti incontrano già dai primi anni e che rispetto al pediatra risulta di certo “più accessoriato”.
Proprio perché la mascherina nasconde, nell’approccio al piccolo paziente spesso veniva usata solo nel momento operativo, permettendo quindi di dialogare con bambino e genitore nel modo più accogliente possibile. Il cosiddetto “approccio alla poltrona” è una fase fondamentale in odontoiatria pediatrica in quanto necessario a creare il rapporto giusto per poter eseguire al meglio le terapie.
Ogni bambino ha i suoi tempi ed è quindi necessario saper attendere e valutare quali trattamenti eseguire e come. Chi si occupa di odontoiatria pediatrica sa che al di là della terapia ideale per quel singolo dente, esiste la terapia ideale per quel bambino in quella specifica fase della sua crescita e che la stessa problematica dentale sei mesi prima o sei mesi dopo potrebbe essere affrontata con soluzioni differenti. Il COVID ha di certo complicato le modalità di approccio al piccolo paziente. L’ambiente è diventato più asettico, i camici chirurgici la norma, le mascherine spesso sono due ed è presente anche la visiera, il risultato è che il dentista somiglia più ad un astronauta che a un dottore.
E’ sicuramente utile parlare con i propri figli preparandoli a quello vedranno dal dentista in questo momento di convivenza con il COVID. I consigli che si trovano sul sito del Ministero della Salute, che riprende quelli dell’Unicef sono molto utili e possono essere rivisti in chiave odontoiatrica:
• È importante far parlare i bambini e ascoltarli, non bisogna minimizzare né la situazione né le loro emozioni. È giusto prevedere anche alla poltrona del dentista un ampio momento di “chiacchiera” iniziale, in cui il bambino si senta libero di chiedere il perché di tutti queste maschere e coperture. Anche se il bambino è già stato dal dentista deve sentirsi libero di poter familiarizzare con la nuova situazione. Il genitore può anticipare al proprio figlio che una volta arrivato, potrà chiedere spiegazioni per poter essere rassicurato su tutto ciò che vede.
• Ogni informazione deve essere comprensibile per il bambino, se il genitore non conosce quali siano le procedure e le diverse modalità di lavoro che attuerà il dentista è consigliato che chiami lo studio piuttosto che tirare ad indovinare. I bambini hanno diretto ad essere informati ed allo stesso tempo devono essere preservati da emozioni che non saprebbero gestire.
• Il genitore dovrebbe essere in grado di motivare i figli a seguire le regole di una buona igiene dal lavaggio delle mani allo spazzolamento dei denti. Bisogna favorire la fiducia verso gli adulti che si occupano di loro dando il buon esempio, lavarsi i denti insieme è divertente e permette al genitore di sorvegliare il bambino. Altrettanto importante è che il genitore chieda apertamente suggerimenti, non esiste una routine valide per tutte le famiglie, pertanto dialogare col proprio odontoiatria pediatrico permette di trovare soluzioni per rendere il lavaggio dei denti efficace e divertente. La prevenzione è fondamentale in tutti i campi ed in odontoiatria è davvero alla portata di tutti, impostare una “smile routine” tra dentifricio e filo interdentale è più facile di quello che molti pensano. Ogni soluzione può essere discussa e ciò permette di organizzare passaggi ad hoc per ognuno, qualcuno potrà trovare utile l’utilizzo della clessidra, altri delle canzoni e così via.
• I bambini non vanno lasciati in uno stato di tensione, quando si rivolgono a voi è bene valutare tono di voce, respiro, movimenti ecc. Il covid ed il dentista può essere un binomio complicato, ma può anche essere una fonte di dialogo sullo stato d’animo del bambino. “Ti senti sicuro?” sono 3 parole che obbligano il bambino a fare il punto della situazione e verificare se c’è qualcosa che non va davvero.
Inoltre, è bene diversificare la spiegazione in base all’età. Quando si porta il proprio figlio per la prima volta dal dentista è bene indagare se c’è stato qualche dialogo con gli amichetti. Tra i 4 ed i 6 anni ad esempio è ancora labile la distinzione tra sogno e realtà, quindi bisogna cercare di capire che non ci sia un uso negativizzato della fantasia del bambino. Dai 6 anni, con l’inizio della scuola, molti bambini sperimentano “la sensazione di dover essere sempre bravi/buoni per non deludere”, il dentista può far parte di questo possibile contesto. L’odontoiatra pediatrico e il genitore, a fronte di un bambino fin troppo bravo rispetto alla difficoltà della procedura che si sta eseguendo deve porsi il dubbio che non ci sia uno sforzo eccessivo da parte del piccolo. Questa situazione può essere evitata invitando il bambino a fare pause ogni volta che lo desidera e controllando al meglio le sensazioni potenzialmente algiche.
Nell’attuale contesto “empatia” deve essere la parola chiave, odontoiatra genitore e tutti i caregiver devono porsi nello stato emotivo del bambino senza critica o giudizio perché i loro occhi e la loro mente devono processare davvero tante informazioni per riuscire a interpretare in modo sicuro il contesto odontoiatrico e COVID. Più che mai bisogna concretizzare una connessione col bambino perché aiuta ad essere sicuri e fiduciosi di ciò che deve essere fatto alla poltrona. Avere dei supporti quali smartphone o tablet può essere molto utile al fine di conciliare il trattamento con la visione di un video divertente. È vero che il tempo sugli schermi deve essere limitato nei bambini, ma dal dentista può essere utile distrarsi guardando il proprio cartone preferito, farlo porta il bambino ad un’associazione immediata con la realtà familiare. Ciò è utilissimo soprattutto se si devono svolgere trattamenti lunghi.
In conclusione , il genitore che porta il proprio bambino dall’odontoiatra pediatrico dovrebbe prepararlo adeguatamente a casa e cercare il dialogo con il proprio curante per qualsiasi dubbio o consiglio. La carie, la malattia più diffusa al mondo e che tantissimi bambini sperimentano, può essere facilmente contrastata con adeguate misure preventive e quindi molto può essere fatto se si accede al consueling dell’odontoiatra pediatrico in un momento non di urgenza. Le abitudini acquisite in tenera età sono più facili da mantenere nel corso della vita, quindi effettuare una prima visita (dal primo anno di vita) o un controllo in più permette di rinforzare le abitudini positive e eliminare precocemente quelle negative/ intervenire su carie o altre malattie della bocca in modo atraumatico, inoltre contrastare abitudini viziate quali ciuccio o dita nei tempi corretti favorisce uno sviluppo armonioso del viso del bambino. Il COVID rappresenta una sfida reale per le famiglie su tutti i fronti, l’auspicio è che non si sommino problematiche dentali che possono essere facilmente gestite con una diagnosi precoce.
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