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Sveglia e caffè

Sveglia e caffè, barba e bidè, presto che perdo il Tram…

Comincia cosi, come una buona giornata comincia sempre con un caffè, il post che l’amico Claudio (in arte Elfo) ci ha inviato in redazione.

Sono sorpreso Elfo dal meraviglioso mix di argomenti che riesci ad accomunare ed ammaestrare, nel quotidiano come nei tuoi testi, lasci scoperti dei fili conduttori così evidenti e comuni, cosi nel post di oggi trovo tra me e Claudio, semplici fili da unire lentamente.


La Semplicità nella vita come in cucina, la determinazione nell’inseguire le personali passioni e l’autenticità dei percorsi terrestri e spaziali.

Ma torniamo al nostro inizio: barba e bidè, presto! Proprio come cantava Paolo Villaggio nei suoi celebri film che hanno fatto la storia della televisione italiana.

E così anche l’espresso italiano non solo profuma le vie del nostro stivale, ma è riuscito a conquistarsi gran parte dei palati di tutto il mondo, e non solo… anche lo spazio.

Grazie alla Argotec di Torino, azienda ingegneristica, tutta italiana capitanata da David Avino, che dal giorno della sua fondazione nel 2008, si è conquistata un nome nella costruzione di piccoli satelliti destinati ad oltrepassare l’orbita terrestre. Ma oltre a questo, la Argotec sta cercando di portare aziende che non sono orientate alla space economy, a collaborare per ampliare gli orizzonti della nuova frontiera del business spaziale. Ed è per questo che nel 2013 in collaborazione con Lavazza, la Argotec è stata la prima a portare sulla ISS, la base spaziale internazionale, una vera macchina del caffè espresso, permettendo a Samantha Cristoforetti e Paolo Nespoli di sorseggiare un buon caffè italiano mentre viaggiavano a 400 chilometri di altezza dal livello del mare.

Cucinare senza atmosfera pensi sia semplice?

Vivendo nello spazio a centinaia di km dalla Terra e da casa il cibo è uno degli aspetti fondamentali per un astronauta, anche dal punto di vista psicologico; per questo motivo è stato concesso a Samantha & c. di portare con loro una certa quantità del cosiddetto “bonus food”: piatti e ingredienti di loro scelta che ricordino i loro gusti e i sapori di casa.


Molto più semplice per me marito solo a casa con moglie e figli al mare, trovare in credenza il mio “bonus food” o meglio sfruttare ciò che la mia credenza ed il mio frigo avevano al loro interno. Tre cipolle mezze andate.


Ne ho recuperato l’essenza, ne ho tritato la polpa e l’ho cotta con due spaghetti di segale farina intera. (4 minuti massimo in un dito d’acqua terrestre).

La gravità l’ho messa in forno a 240 gradi per 40 minuti; l’ho “cotta confit” ricreando un vuoto tra la buccia e la polpa del pomodoro.

La dolcezza di Samantha, simile a quella della mia cipolla, ricrea lacrime di gioia creando una crema con l’amido di cottura dello spago e ci avvolgo tutto il liquido rilasciato dai pomodorini gialli e rossi. Una foglia di basilico “easy” spezzata rigorosamente a mano e siamo pronti al decollo.

La mia poraccia..

Alt, manca una birretta del Ducato non filtrata e nemmeno pastorizzata ma rigorosamente ghiacciata preparata nel reattore freezer per dieci lunghissimi minuti.

3 - 2 - 1-   --- > Siamo persone semplici soprattutto quando cuciniamo per noi stessi!

Noi italiani siamo tradizionalisti nel cibo ma soprattutto nel buon caffè, ci piace berlo semplice, senza aggiunta di spezie o profumi, c’è chi lo beve amaro, chi dolce o con un goccio di latte, ma nel complesso il caffè espresso italiano deve sapere di caffè.

Proprio a tema dolcezza ultimamente mi diverto moltissimo a seguire le storie di Antonia #TRUCOFFEETHEITALIANCOFFEEGIRL suo canale IG, oltre ad essere estremamente bella trasmette semplicità e passione per il prodotto che la sua famiglia da generazioni commercializza.

La missione di caffè Trucillo non è solo produrre caffè di qualità, ma anche diffondere la cultura del Caffè Espresso Italiano di Qualità. E ci piace moltissimo!

Ogni buona famiglia come ogni buona casalinga ha una sua ricetta personale, quel trucchetto che dà al suo caffè quel tocco come solo mamma sa fare. C’è chi preferisce la moca, chi l’espresso, chi leggero, chi forte ma in tutte le sue forme il caffè va tutelato.

Ad esempio, un buon espresso non è frutto di una semplice procedura meccanica, ma un prodotto che vive della passione e della perizia di chi lo prepara. L”Istituto Espresso Italiano (IEI) è organo tutelare e promuovere l’espresso, fornendo un punto di riferimento definitivo ai milioni di affezionati consumatori, che spesso si trovano a fronteggiare tazzine che con l’espresso nulla hanno a che vedere.

ESISTE UNA DEFINIZIONE CHIARA: ESPRESSO ITALIANO CERTIFICATO

Una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola tendente al testa di moro, resa viva da riflessi fulvi. L’aroma deve essere intenso e ricco di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. In bocca l’espresso deve essere corposo e vellutato, giustamente amaro e mai astringente.


Ma chi ha portato il caffè in Italia?


Pare che intorno alla fine del 1500 inizio 1600 il medico e botanico Prospero Alfino, portò i caffè dai suoi viaggi in Egitto. Quasi un secolo dopo, verso la fine del 1600, a Venezia nella famosa Piazza San Marco, aprì la prima “Bottega del caffè”, il primo antenato degli odierni bar. Il buon caffè è una tradizione culinaria, un momento di relax in compagnia di uno o più amici cari, o quel momento del risveglio prima iniziare la giornata.

La cultura del caffè nel mondo ha trovato svariate ricette esotiche, ed ogni paese vanta di una sua propria tradizione con un rito e con i suoi ingredienti speciali, come il caffè Touba del Senegal con il suo sapore un po’ piccante dovuto all’aggiunta delle bacche djar (il pepe di Guinea), o la variante orientale con chiodi di garofano e cannella.

Una spezia, abbinabile per eccellenza, che il buon Marco di James1599 mi ha fatto assaggiare è il Cardamomo. Aromatizza sia piatti dolci che salati, e lo trovate comunemente in piatti indiani e mediorientali, cioccolatini, gelati, cocktail rinfrescanti e preparazioni a base caffè.

cardamomo naturale

E nel caffè è proprio dove mi piace di più.

In Israele, in Turchia e in gran parte del Medio Oriente il caffè ed il cardamomo sono considerati praticamente inseparabili.

Ci sono diversi modi per gustarlo insieme all’aroma del caffè. Alcuni aggiungo uno o due baccelli direttamente in tazza, alcuni polvere di cardamomo dopo aver versato il caffè, altri prima della preparazione nel caso di Moka bricco turco, o cezve. Lo proviamo? Conosci altre modalità ? segnalamele qui: info@mindfoodman.it sarà mio compito condividire sui canali social il tuo suggerimento.

Credetemi, il profumo che vi investirà sarà qualcosa di davvero straordinario, quasi mistico!

Io da amante della cucina e curioso sperimentatore di sapori nuovi, ho trovato più di una ricetta che stuzzicava il mio palato con piacevole armonia di spezie, ma devo ammettere che alla fine noi italiani, portiamo con orgoglio in tavola tutti giorni la nostra tazza di buon caffè, semplice ma intenso.

Perché forse è proprio con la semplicità, che un caffè riesce ad esaltare tutto il suo sapore.

Buon coffee! un abbraccio

(Lorenzo “Mindfoodman” & Claudio “Elfo”)


Articolo tratto da MINDFOODMAN di Lorenzo Natolino

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